Palazzo Vinci Gigliucci

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Palazzo Vinci- Gigliucci custodisce tra le sue mura una storia antichissima. Il primo nucleo del palazzo nasce nel XV secolo quando il parroco dell’adiacente chiesa di San Michele Arcangelo (1251 d.C), la seconda chiesa più importante dell’archidiocesi dopo la Cattedrale Metropolitana, decise di costruire un edificio dove alloggiare quando era esente dagli impegni ecclesiastici.
Nel XV sec. tale Don Marcantonio Gigliucci venne nominato Priore di questo luogo sacro, di lì a pochi anni la nobile famiglia Gigliucci acquisì “la casa per il sacerdote” adiacente alla chiesa realizzando ingenti opere di restauro migliorandone la struttura architettonica.
Successivamente, all’inizio del 1600, a seguito del matrimonio tra due degli eredi della famiglia Gigliucci e Vinci, il palazzo viene riadattato alle nuove necessità di dimora di un’importante casata nobiliare. Nella seconda metà del secolo XIX è stato ulteriormente arricchito dalla sapiente ristrutturazione del noto architetto fermano Giovan Battista Carducci. Attualmente è uno dei più significativi palazzi gentilizi della regione, sia per l’impianto architettonico che per le decorazioni. Gran parte dello splendido edificio che costituisce un esempio unico ed irripetibile delle bellezze fermane è stato attentamente restaurato e convertito in lussuosi appartamenti. 

Dimore

In origine dimora del custode del palazzo gentilizio oggi un luogo capace di evocare un’atmosfera antica diversa da qualsiasi altra perchè bizzarra e rigorosa allo stesso tempo.

Una dimora ampia e ricca di calore in cui lo straordinario soffitto è scandito da un gioco di volte a botte e a crociera che si intersecano in maniera imprevedibile e che delimitano virtualmente i singoli ambienti.

Dimore

Al secondo piano di palazzo Vinci Gigliucci, dopo aver percorso la grande scalinata di marmo, si apre una delle dimore più belle ed aristocratiche dell’intera regione.

La porzione restaurata del piano nobile impressiona per la sua bellezza e per la sua ampia metratura.

Dimore

Al secondo piano di palazzo Vinci Gigliucci, dopo aver percorso la grande scalinata di marmo, si apre una delle dimore più belle ed aristocratiche dell’intera regione.

La nuova porzione restaurata del piano nobile impressiona per la sua bellezza e per la sua ampia metratura.

Dimore

Un tempo erano gli appartamenti privati della Contessa e della sua servitù. Gli ambienti, eleganti e finemente restaurati, sono dislocati su tre piani, con la zona giorno che è parte dell’ultima porzione del piano nobile, con un ampio soggiorno con soffitto affrescato e una splendida vista sui monti Sibillini.

Dimore

La suggestione di essere ospitati nell’antico passaggio segreto di un palazzo nobiliare è impagabile. Queste stanze anticamente congiungevano i piani superiori al cortile retrostante.

Dimore

In origine dimora del custode del palazzo gentilizio oggi un luogo capace di evocare un’atmosfera antica diversa da qualsiasi altra perchè bizzarra e rigorosa allo stesso tempo.

Una dimora ampia e ricca di calore in cui lo straordinario soffitto è scandito da un gioco di volte a botte e a crociera che si intersecano in maniera imprevedibile e che delimitano virtualmente i singoli ambienti.

Dimore

Al secondo piano di palazzo Vinci Gigliucci, dopo aver percorso la grande scalinata di marmo, si apre una delle dimore più belle ed aristocratiche dell’intera regione.

La porzione restaurata del piano nobile impressiona per la sua bellezza e per la sua ampia metratura.

Dimore

Al secondo piano di palazzo Vinci Gigliucci, dopo aver percorso la grande scalinata di marmo, si apre una delle dimore più belle ed aristocratiche dell’intera regione.

La nuova porzione restaurata del piano nobile impressiona per la sua bellezza e per la sua ampia metratura.

Dimore

Un tempo erano gli appartamenti privati della Contessa e della sua servitù. Gli ambienti, eleganti e finemente restaurati, sono dislocati su tre piani, con la zona giorno che è parte dell’ultima porzione del piano nobile, con un ampio soggiorno con soffitto affrescato e una splendida vista sui monti Sibillini.

Dimore

La suggestione di essere ospitati nell’antico passaggio segreto di un palazzo nobiliare è impagabile. Queste stanze anticamente congiungevano i piani superiori al cortile retrostante.